È stato verificato in uno studio se vi sia associazione tra episiotomia, lacerazione perineale, parto strumentale e disturbi del pavimento pelvico dopo il parto vaginale.
È stata eseguita un'analisi dei dati per uno studio di coorte sui disturbi del pavimento pelvico.
Le partecipanti che avevano avuto almeno un parto vaginale sono state reclutate 5-10 anni dopo il parto del loro primo figlio.
Le caratteristiche ostetriche sono state classificate mediante la revisione delle cartelle cliniche.
Al momento dell'arruolamento, gli esiti del pavimento pelvico, tra cui incontinenza da sforzo, vescica iperattiva, incontinenza anale e sintomi di prolasso sono stati valutati con un questionario validato.
Il sostegno degli organi pelvici è stato valutato utilizzando il sistema Peliv Organ Prolapse Quantification.
È stata stimata la probabilità relativa a ogni disturbo del pavimento pelvico in base alla storia ostetrica, con aggiustamento per fattori confondenti rilevanti.
Delle 449 partecipanti, 71 ( 16% ) all’esame hanno presentato incontinenza da sforzo, 45 ( 10% ) vescica iperattiva, 56 ( 12% ) incontinenza anale, 19 ( 4% ) sintomi di prolasso e 64 ( 14% ) prolasso fino all’imene oppure oltre.
L'uso del forcipe ha aumentato le probabilità di comparsa di qualsiasi disturbo del pavimento pelvico in esame, in particolare della vescica iperattiva ( odds ratio [OR] 2.92 ) e del prolasso ( OR=1.95 ).
L'episiotomia non è risultata associata a uno qualsiasi di questi disturbi del pavimento pelvico.
Per contro, le donne con una storia di più di una lacerazione perineale spontanea hanno avuto significativamente più probabilità di avere prolasso fino o oltre l'imene ( OR=2.34 ).
Questi risultati suggeriscono che una donna svilupperà prolasso ogni 8 donne che hanno avuto almeno un parto con l'uso del forcipe ( rispetto all’avere sempre partorito con parto vaginale spontaneo ).
In conclusione, il parto con l'impiego del forcipe e le lacerazioni perineali, ma non le episiotomie, sono state associate a disturbi del pavimento pelvico 5-10 anni dopo un primo parto. ( Xagena2012 )
Handa V et al, Obstet Gynecol 2012; 119: 233-239
Gyne2012