Benché l’ecografia sia diffusamente utilizzata in epoca prenatale, non esistono studi che ne valutino la sicurezza a lungo termine sullo sviluppo infantile.
Gli Autori avevano precedentemente pubblicato uno studio randomizzato nel quale le gravide erano state assegnate a due gruppi; nel primo le donne erano state sottoposte ad un’unica ecografia a 18 settimane, nel secondo a 5 esami ecografici con doppler ombelicale tra 18 e 38 settimane di gestazione.
I risultati di questo studio avevano mostrato un’inspiegabile aumento dei casi di ritardo di crescita nel secondo gruppo.
In questo secondo lavoro gli Autori hanno pubblicato il risultato del follow up di questi bambini all’età di 1, 2, 3, 5 ed 8 anni, escludendo i bambini nati da gravidanze gemellari o affetti da anomalie congenite.
L’85% dei bambini è stato esaminato all’età di un anno ed il 75% ha completato il follow up fino all’età di otto anni.
Non ci sono state differenze per quel che riguarda lo sviluppo fisico, il linguaggio, il comportamento e lo sviluppo neurologico nei bambini dei due gruppi.
Hanno concluso gli Autori che l’esposizione a ripetuti esami ecografici nella seconda metà della gravidanza potrebbe essere associata ad una lieve riduzione della crescita fetale, ma lo sviluppo fisico e mentale di questi bambini nell’infanzia non differisce significativamente da quelli sottoposti ad un unico esame ecografico. ( Xagena2005 )
Newnham JP et al, Lancet, 2004; 364: 2038-44
Marianna Bassan , Specialista in Ginecologia, Milano
Gyne2005