Un gruppo di Ricercatori dell’University of Texas Southwestern Medical Center, a Dallas negli Stati Uniti, ha condotto uno studio per stimare l’effetto dell’habitus materno sull’identificazione di feti con anomalie strutturali maggiori durante ecografie standard e mirate nel secondo trimestre.
Lo studio retrospettivo ha coinvolto una coorte di donne tra le 18 e le 24 settimane di gravidanza sottoposte a ecografia nell’arco di 5 anni.
L’identificazione di un feto anomalo consisteva nel riscontro di anomalie maggiori degli organi importanti, indipendentemente dall’identificazione precedente con ecografia.
Sono stati effettuati 10.112 esami ecografici standard in gravidanze a basso rischio e 1.098 esami mirati in gravidanze ad alto rischio o con anomalie individuate con l’ecografia standard.
L’identificazione di feti anomali è diminuita all’aumentare dell’indice di massa corporea ( BMI ).
Per valori di indice di massa corporea normali, di sovrappeso e di obesità di classe I, II e III, l’identificazione ecografica è stata, rispettivamente, del 66%, 49%, 48%, 42% e 25%, e con l’ecografia mirata del 97%, 91%, 75%, 88% e 75%, entrambi con P minore o uguale a 0.03.
Il rischio residuo di anomalia dopo il normale esame ecografico è aumentato con l’aumento dell’indice di massa corporea, da 0.4% tra le donne con indice normale a 1% tra le donne obese, P=0.001.
L’identificazione di anomalie è risultata più bassa tra le donne con diabete pregestazionale che in quelle con altre indicazioni di alto-rischio, 38% rispetto a 88% rispettivamente, P
In conclusione, con l’aumentare dell’indice di massa corporea materno è stata osservata una diminuzione nell’identificazione di feti con anomalie mediante ecografia standard o mirata, una differenza di almeno il 20% quando le donne con indice di massa corporea normale sono state confrontate con le donne obese.
L’identificazione di anomalie è risultata ancora più bassa nelle gravidanze complicate da diabete pregestazionale.
Potrebbe essere necessaria una modifica del counseling per riflettere i limiti dell’ecografia nelle donne obese. ( Xagena2009 )
Dashe JS et al, Obstet Gynecol 2009; 113: 1001-1007
Gyne2009 Endo2009