Le donne con una storia attuale o passata di disturbi alimentari sembrano presentare un maggiore rischio di partorire bambini di basso peso, con minor circonferenza cefalica, con microcefalia e piccoli per l’epoca gestazionale.
E’ questa la conclusione di uno studio condotto in Svezia su 49 donne alla prima gravidanza, non fumatrici, che presentavano una storia già nota di disturbi dell’alimentazione ( 24 casi di anoressia nervosa, 20 casi di bulimia nervosa e 5 casi di disturbi alimentari non specificati ).
L’esito delle gravidanze è stato confrontato con quello di 68 donne sane reclutate all’inizio della gravidanza.
Il 22% delle pazienti è andato incontro ad una ricaduta del disturbo alimentare nel corso della gravidanza.
Dall’analisi degli esiti perinatali è risultato che le donne con disturbi alimentari, pregressi o in atto, presentavano un aumentato rischio d’iperemesi ( p
Kouba S et al, Obstet Gynecol 2005; 105: 255-260
Fiorenza Lagona, Specialista in Ginecologia. Milano
Gyne2005