È stata determinata la relazione tra modalità di parto e gravi esiti neonatali avversi nei neonati nati cefalici, singoli, a termine.
È stato effettuato uno studio di 10 anni su 64.555 neonati a termine che hanno raggiunto la seconda fase di travaglio in un singolo Centro ostetrico tra il 2000 e il 2009.
Sono state escluse gravidanze multiple, parti pretermine ( prima di 37 settimane di gestazione ) e anomalie congenite letali.
L'esito primario era il tasso di mortalità peri-parto in base alla modalità di parto.
Gli esiti secondari erano rappresentati dalla percentuale di encefalopatia neonatale, mortalità correlata a emorragia intracranica e relazione tra scelta dello strumento ed esiti negativi.
Rispetto ai neonati partoriti con taglio cesareo al secondo stadio, non vi sono state differenze nei tassi di morte neonatale peri-parto ( odds ratio, OR=0.42; P=0.37 ) o encefalopatia neonatale ( OR=1.07; P maggiore di 0.99 ) dopo il parto vaginale operativo.
I tassi di encefalopatia neonatale associata a parto vaginale operativo e parto cesareo al secondo stadio sono stati, rispettivamente, pari a 4.2 e 3.9 per 1.000 neonati a termine.
Nessuna differenza significativa negli esiti neonatali avversi è stata dimostrata per i parti con ventosa ostetrica e i parti con forcipe, anche se la sottoanalisi è stata limitata dal ridotto numero di eventi avversi gravi.
Il rischio assoluto di morte neonatale secondaria ad emorragia intracranica è di 3-4 per 10.000 parti vaginali operativi per entrambi gli strumenti.
In conclusione, il parto vaginale operativo è associato a tassi di gravi complicanze neonatali simili ai tassi con parto cesareo a dilatazione completa. ( Xagena2013 )
Walsh CA et al, Obstet Gynecol 2013; 121: 1: 122-128
Gyne2013 Pedia2013