L'uso di prostaglandine, tra cui il Sulprostone ( Nalador, un analogo di E2 ), è consigliato per il trattamento uterotonico di seconda linea dell'emorragia post-partum atonica, e potrebbe essere considerato un indicatore di qualità delle cure nella gestione dell'emorragia post-partum atonica grave.
L'obiettivo di uno studio è stato quello di valutare se il Sulprostone venga usato opportunamente, e la sua tollerabilità nelle donne con emorragia postpartum atonica.
Questo ampio studio basato sulla popolazione ( 14.6781 parti ) ha incluso 4.038 donne con emorragia post-partum atonica clinicamente diagnosticata in 106 ospedali francesi nel corso di 1 anno.
L’emorragia post-partum grave è stata definita come: riduzione dell'emoglobina di 4 g/dL o più, trasfusione, embolizzazione arteriosa, procedure chirurgiche, trasferimento al reparto di terapia intensiva, o morte.
L'uso di Sulprostone nell'emorragia post-partum atonica grave è stato analizzato in base alla modalità del parto e alle caratteristiche delle Unità di maternità.
I tassi di utilizzo di Sulprostone sono stati del 33.9% ( n=1.370 ) e 53.5% ( n=657 ) tra le donne con emorragia postpartum atonica ( n=4.038 ) e atonica grave ( n=1.227 ), rispettivamente.
In quest'ultima popolazione, la somministrazione di Sulprostone è stata meno frequente dopo il parto naturale rispetto al parto cesareo ( 45.6% rispetto a 86.5%, P inferiore 0.01 ) in Unità che effettuano meno di 1.500 parti annuali in ospedali pubblici non-universitari e in Unità dove ostetriche e anestesiologi non erano presenti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
Un totale di 51 donne su 1370 con emorragia post-partum atonica, trattate con Sulprostone ( 3.7% ), ha sviluppato effetti collaterali, tra cui 7 ( 0.5% ) gravi problemi cardiovascolari o sintomi respiratori che si sono risolti quando lo shock ipovolemico è stato corretto, e la somministrazione del farmaco è stata interrotta.
In conclusione, Sulprostone viene troppo poco utilizzato per il trattamento dell'emorragia post-partum atonica grave dopo il parto naturale, nonostante i bassi tassi di gravi effetti collaterali in questo studio basato sulla popolazione. ( Xagena2011 )
Schmitz T et al, Obstet Gynecol 2011; 118: 257-265
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